Valfurva All You Can Ski

La grande vasca

Il Monte Sobretta è una montagna speciale per noi. Se il Tresero protegge la valle, il Sobretta la abbraccia, con il suo profilo oblungo che si perde a vista d’occhio. Non la vediamo dalla finestra come Cima Gavia, ma appena usciamo dal vialetto questa ci si palesa in tutta la sua lunghezza. Quando ne parliamo lo chiamiamo affettuosamente “il Sobrettone“.

Il Sobrettone lo abbiamo circumnavigato di corsa in estate, lo abbiamo salito in primavera togliendo un po’ di dislivello con gli impianti sciando poi il versante nord-ovest che si affaccia in Val Sobretta. Abbiamo sciato i bellissimi canali vicino alle piste; sia prendendo gli impianti lo scorso anno che raggiungendoli a piedi quest’anno. Insomma: ce lo stiamo vivendo a fondo.

Quest’anno, impianti o meno, bisognava raggiungere la vetta. Così, un sabato di sole, in compagnia di tantissimi nuovi amici, siamo partiti da Plaghera e ci siamo avviati per la Valle dell’Alpe, con l’obiettivo di risalirla tutta quanta fino alla cima. Siamo tanti, una decina forse, e per questo procediamo attenti evitando situazioni spiacevoli.

Il giorno prima, mentre Edoardo, Gionata, Ombra ed io ci stavamo dirigendo verso il canale nord dell’anticima di Cima Gavia abbiamo incontrato Fabio e i suoi amici e alla fine ci siamo ritrovati a sciare insieme su neve stupenda. Dopo la condivisione di una giornata come quella ci è sembrato d’obbligo proporgli di venire a fare una delle 40 cime insieme a noi.

Così siamo tanti, ci conosciamo poco, ma ci troviamo bene. L’atmosfera è rilassata, nonostante il freddo pungente e la fatica che si fa sentire man mano di più. Raggiungere la vetta del Sobretta senza impianti è veramente lunga, sia in termini di dislivello che di sviluppo. Una grande vasca insomma. Dopo un po’ di pause per cercare di comprendere lo stato d’animo del gruppo abbiamo deciso nonostante avessimo fatto tardi e fossimo stremati di arrivare in cima. Tutti, nessuno escluso. Anche Davide e Francesco che erano partiti con noi ma si erano ritrovati a percorre tutta la cresta.

La croce di vetta si è nascosta fino all’ultimo, ma quando si è palesata abbiamo tirato un filo di sollievo. Una in meno. In quest’ultimo periodo ci è capitato più volte di arrivare a così dalla cima e di rinunciare per svariati motivi. Avevamo bisogno di spuntare un nome dalla lista, e farlo insieme a una nuova compagnia è stato bellissimo.

Siamo scesi dal versante di salita, perchè essendo molti abbiamo valutato fosse la scelta migliore. Non è stata la sciata della vita, ma come gita – nel complesso – è stata decisamente di soddisfazione.

Non ci saremmo mai aspettati che questo progetto arrivasse a così tante orecchie e – soprattutto – che i proprietari di quelle orecchie avessero voglia di condivere un pezzo di strada di noi. Speriamo con tutto il cuore che continui così.

Eva